sabato 28 aprile 2007

Denigratori e cialtroni


Sul blog di Cubante, un italiano che vive e lavora all’Avana e che ha cercato di creare questo spazio dedicato a tutti coloro che amano Cuba, un gruppo di denigratori incalliti, ma sono i soliti che si firmano con nick diversi, si sono impossessati del blog ed aggrediscono con le frasi più stupide e volgari che si possa immaginare, coloro che difendono l’esperienza cubana. Che su un sito che vuole fare incontrare coloro che si sono innamorati di i di Cuba ci scrivano anche coloro che sono contrari, mi sta bene. Quello che non è accettabile è questi si approprino del blog, scrivano un’infinità di commenti e costringano coloro che hanno qualcosa di interessante da dire, ad andarsene. Come ha fatto anche il sottoscritto. La cosa che però più indigna le persone dotate di un minimo di buonsenso, è che questi personaggi, con caratteristiche molto simili ai provocatori fascisti e che sembrano dei fans delle imprese giornalistiche di Libero e de Il Giornale, hanno addirittura la presunzione di essere gli unici detentori della verità e gli unici a conoscere l’isola caraibica. Per far capire la pochezza intellettuale, la povertà culturale e la viltà di questi personaggi, riporto, tralasciando quelli più offensivi e volgari, alcuni loro interventi sull’ultimo post di Cubanite che rendono l’idea del livello morale ed intellettuale di questi poveretti che sfigurano persino davanti ai mafiosi anticastristi di Miami. In fondo, la risposta a tono di qualcuno che non intende soccombere di fronte a questi cialtroni.

cominciamo bene oggi, Cara Pina, lo so, la foto parla chiaro e forte ed allora signori esperti di Cuba Vi chiedo, non sarebbe meglio se il governo DA VOI TANTO DECANTATO E OSANNATO.....PERCHE' NON COMPRA PIU BUS PER I CITTADINI(socialismo???!!!!) E MENO MACCHINE DI LUSSO PER IL NOLEGGIO DEI SIGNORI CON I DOLLARI IN TASCA CHE VENGONO A FARE I TURISTI???? Prego...
Ibra

i policia son tutti prelevati dal campo e a volte non sanno nemmeno esprimersi correttamente e hanno un grado di cultura che rasenta lo zero.E' tutto studiato a tavolino!le conclusioni tiratele voi
beppe

DAMARIS??? sei Cubana o sbaglio?? perche' invece di sparare le due solite stupidate giornaliere rilasci qualque testimonianza di COME PRIMA VIVEVI EN CUBA??? g r a c i a s!!!!cosi' cuciamo la bocca a tante persone qua!
Libero

i policia son tutti prelevati dal campo e a volte non sanno nemmeno esprimersi correttamente e hanno un grado di cultura che rasenta lo zero.E' tutto studiato a tavolino!le conclusioni tiratele voi
beppe

Libertario, amante della dittatura, ma dimmi una cosa?sei mai stato ,almeno una volta Cuba? ma che pinga di paragoni fai? la gente se ne va via da Cuba perche' stanca del regime e della non liberta'!! sei proprio un fenomeno sAI
Libero

allora te lo spiego io , piu sono ignoranti, da qualsiasi punto di vista e piu rompono i marroni ai cittadini! e' chiaro adesso?
beppe


leggo che e'impossibile portare avanti delle discussioni con chi Cuba l'ha vista solo sui depliant delle agenzie o sui libri di storia!
Ibra

e ce ne sono molti che parlano di cuba come patria della liberta,ma nn sanno cosa possa essere un cdr,un trabajadores sociale,certo forse lo hanno letto sulla pagina digitale del gramma ma di vita reale cubana nn ne sanno niente,il + delle volte di cuba conoscono i dettagli sulla cartina geografica ed hanno la cabeza infarcita da stupidaggini bolsceviche
giampy


Ma è mai possibile che ci siano ancora quelli che credono di essere gli unici a conoscere Cuba? E' molto strano che tutti quelli che parlano male di Cuba pensino di essere i soli a conoscerla. Non vi sembra di essere troppo presuntuosi? E con la presunzione non si ha assolutamente niente da insegnare a nessuno. A me sembra che la stragrande maggioranza di chi scrive qui abbia sposato una cubana od un cubano, altri hanno una novia cubana od un novio cubano. Quindi hanno tutti le carte in regola, almeno quanto voi, per dire quello che pensano. Il problema e' che non si puo' pensare di controbattere a chi scrive cose non condivise, con stupide e presuntuose risposte senza senso che si ripetono all'infinito. Questo spazio dovrebbe essere sfruttato per cercare di capire meglio Cuba, la sua gente e la sua storia. Io, che ho iniziato a frequentare Cuba con il classico bagaglio dell'occidentale "democratico" che vede tutto dall'alto della sua presunzione di essere culturalmente superiore, ho avuto anche l'umilta' di cercare di conoscere e di capire. Mi sono dovuto ricredere perchè Cuba vanta una scala di valori che nella nostra societa' sono ormai irrimediabilmente persi. La serenità, la pace, la gioia di vivere, l'amore e la tolleranza del popolo cubano non e' che gli sia piovuta dal cielo con gli uragani, se la sono costruita con l'impegno e grazie ai loro dirigenti, che non saranno perfetti, alcuni saranno pure dei cialtroni, ma nel complesso hanno scelto di privilegiare i veri valori umani piuttosto che le facili scorciatoie del consumismo devastante. E non e' che avessero molte alternative, i Paesi poveri, quelli sfruttati dall'occidente opulento, se non scelgono questa via vanno verso il disastro totale. Basta leggere le tremende realta' che ci circondano per rendersene conto. Non si puo' non vedere l'enorme differenza tra Cuba e gli altri Paesi del Terzo Mondo, basterrebbe scorrere le statistiche delle organizzazioni internazionali che si occupano di queste questioni.
Con questo voglio sperare che abbiate la dignita' di smetterla con le solite frasi trite e ritrite che non vi fanno minimamente onore, e che soprattutto non rendono giustizia ad un popolo ed ai suoi dirigenti che, come pochi o nessuno al mondo, meritano, popolo e dirigenti, un grandissimo rispetto. Se ritenete di criticarli, abbiate almeno la decenza di utilizzare strumenti idonei, non la piu' volgare strumentalizzazione dei fatti che denota una totale mancanza di sincerità. Che Cuba sia un Paese povero non ce lo deve dire nessuno. semmai qualcuno ci dovrebbe dire quali sono le cause della poverta', cosa hanno fatto i cossiddetti Paesi democratici per combatterla, come se la passano gli altri Paesi poveri e come e cosa ha fatto Cuba per evitare che la povertà diventi miseria, anche spirituale, come purtroppo avviene ancora nella stragrande maggioranza dei Paesi di questo nostro sfortunato pianeta vittima dell'avidita' dei peggiori rappresentanti della specie umana.
Saluti umanitari
Cubasiempre

lunedì 23 aprile 2007

Democrazia o farsa? Il pensiero di Fidel Castro


Si fa un gran parlare di democrazia, di Paesi democratici e Paesi sotto dittatura. Si dicono sempre le stesse cose, frasi fatte, come fosse vangelo. Proviamo a vedere cosa ne pensa della nostra democrazia uno che l'ha sempre rifiutata. Attenzione però, prima di leggere acertarsi di avere una grande fede democratica. Se non siete abbastanza forti potreste capitolare.....

FIDEL CASTRO E LA DEMOCRAZIA
Tradotto dal libro: Elecciones en Cuba: farsa o democracia?

La democrazia per me significa che innanzitutto i governi operino intimamente vincolati con il popolo, nascano dal popolo, abbiano l'appoggio del popolo, e si consacrino interamente a lavorare e a lottare per il popolo e per gli interessi del popolo. Per me democrazia implica la difesa di tutti i diritti dei cittadini, fra essi il diritto all'indipendenza, il diritto alla libertà, il diritto alla dignità nazionale, il diritto all'onore; per me democrazia significa la fraternità fra gli uomini, l'uguaglianza vera fra gli uomini, l'uguaglianza delle opportunità per tutti gli uomini, per ogni essere umano che nasce, per ogni intelligenza che esiste.
E dico che la democrazia borghese capitalista non contiene nessuno di questi elementi, perché, mi chiedo, come si può parlare di democrazia in un paese dove c'è una minoranza con immense fortune e altri che non hanno nulla; qual è l'uguaglianza, la fraternità che può esistere fra il mendicante e il miliardario, quali diritti hanno i poveri, gli espropriati, gli sfruttati. Quindi si tratta di un vecchio trucco del capitalismo, una vecchia menzogna, una vecchia storia; quello che hanno fatto è di stabilire un sistema di dominazione utilizzando tutti i mezzi della ricchezza, tutti i mezzi della pubblicità, con tutti gli strumenti nelle mani di una classe che mantiene la discriminazione e l'esclusione del resto della società alla vera partecipazione e alla vera possibilità di esercitare i suoi diritti.
Si parla della democrazia greca come esempio, della democrazia dell'epoca classica della Grecia. Atene, che era il prototipo della democrazia, aveva 40 mila cittadini, fra uomini, donne e bambini, e 90 mila schiavi; quegli schiavi credo che si dividessero in 35 mila che lavoravano in attività manuali produttive e nell'agricoltura, 20 mila donne lavoravano nei servizi domestici, 10 mila bambini schiavi prestavano servizi diversi e 25 mila schiavi lavoravano nelle miniere. Per ogni uomo, donna o bambino libero ad Atene, c'erano più di due schiavi; perfino i grandi storici, i grandi filosofi, avevano schiavi - non li voglio criticare, comunque non potevano peggiorare il quadro di quella società -, lo schiavo non era nulla, era un essere umano che poteva essere venduto, comprato, lo si poteva privare della vita, di tutto.
Mi chiedo, in realtà, qual è la grande differenza che esiste fra quella società e queste che esaltano l'imperialismo e i suoi seguaci? Per esempio, ripenso a Martí; Martí non concepì mai questa forma di democrazia. Ripenso a Bolívar; Bolívar non concepì mai questa forma di democrazia per i paesi dell'America Latina ma, al contrario, era critico verso chi proponeva di imitare le forme di organizzazione politica di Francia e Stati Uniti.Questi grandi pensatori della nostra America non si identificarono mai con questo tipo di democrazia che altri ci vollero imporre, e che fino ad ora hanno imposto o stanno cercando di imporre, il cui risultato è stato quello di debilitare le nostre società, frammentarle in mille pezzi, ridurle all'impotenza nel risolvere i problemi. Una democrazia nella quale non c'è nessuna partecipazione realmente popolare; una democrazia nella quale molte volte le opinioni sono manipolate dai mezzi massivi di comunicazione, dove i criteri e le decisioni della gente sono influenzati in modo determinante dalla pubblicità, dalla propaganda, con metodi - definiti scientifici, incluso - l'influire nella mente della gente.
Mi sembra uno show veramente ripugnante quello che succede in molte di queste forme definite democratiche. Nel tipo di propaganda elettorale che in esse si usa fare, si può "apprezzare" che il denaro si converte nel fattore decisivo dei risultati. Negli Stati Uniti e in tutte le parti, coloro che non hanno ricchezze non possono proporsi nessun obbiettivo politico perché sono esclusi, sono eliminati. In America Latina ci sono campagne elettorali nelle quali si investono, per esempio, più di 100 milioni di dollari, 200 milioni di dollari, 300 milioni di dollari in propaganda. Che democrazia è questa, se l'obiettivo è condizionare gli elettori nella stessa misura che si usa condizionare i consumatori perché bevano Coca Cola o fumino, o consumino un profumo, o utilizzino un prodotto od un altro? È così che si concludono tutte queste campagne.Tantomeno credo nell'imperiosa necessità del pluripartitismo. Credo che per i nostri paesi, e specialmente per un paese come Cuba, una delle cose più importanti è, precisamente, l'unità delle nostre forze, l'unità del paese, che ha reso possibile la resistenza di fronte a tutte le aggressioni degli Stati Uniti, di fronte a tutte le minacce. Come avrebbe potuto resistere il nostro paese se fosse stato frammentato in dieci pezzi?
Tutto questo oggi è un meccanismo strumentale, nella sua essenza comprende tanto le idee politiche dell'imperialismo quanto le idee economiche e le idee sociali dell'imperialismo. Questo è ciò che si suole chiamare democrazia. Per me invece è tutt'altra cosa.Penso che il nostro sistema è incomparabilmente più democratico di quello degli Stati Uniti.
Non si può dire che la democrazia è nata ad Atene; quella instaurata ad Atene era una società di classe. Credo che perché esista una vera democrazia deve sparire lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Sono assolutamente convinto che dove esiste una enorme disuguaglianza fra gli uomini non può esistere la democrazia.
Fidel Castro

domenica 15 aprile 2007

Un veneziano sul Granma

Gino Donè Paro è l'italiano che partecipò alla spedizione del Granma. Di lui, uomo schivo e riservato, si sa molto poco e solamente in occasione della ricorrenza del 50° anniveresario dello sbarco del Granma si è parlato di lui. In un mondo dove tutti cercano con tutti i mezzi di apparire, il suo modo di vivere lontano dalle luci della ribalta ci dice dello spessore etico e morale di questo personaggio straordinario che fin dai tempi della Resistenza ha saputo dare alla sua esistenza un valore straordinario di coerenza con i grandi ideali di uguaglianza, giustizia e fratellanza tra i popoli. Un umo che ha avuto una vita straordinariamente avventurosa e che ha scelto la sobrietà, merita sicuramente di essere conosciuto meglio da tutti coloro che sono alla ricerca di esperienze di vita vissuta basata su grandi valori etici e morali. In un'epoca dove tutto viene sacrificato alla necessità dell'apparire, Gino Donè Paro è sicuramente da considerare, per questo, una persona straordinaria che non ha ancora smesso di considerare l'esperienza rivoluzionaria cubana una degli eventi più importanti del secolo appena trascorso.
Qui sotto trascrivo una sua breve biografia.

BIOGRAFIA DEL VENEZIANO GINO DONÈ PARO
Nel 1956, all'età di 32 anni, fu l’unico europeo a partecipare alla spedizione castrista dal Messico a Cuba.
Dal 2003 Gino, vedovo e senza figli, abita a Noventa di Piave, in provincia di Venezia, con la nipote Silvana.
A CUBA, nell’archivio storico delle FAR (Forze Armate Rivoluzionarie) c’è un dossier su GINO Donè Paro, l’unico europeo partecipante al "Desembarco del Granma" del 1956.
Di due anni più vecchio di Fidel Castro, Gino è nato da genitori braccianti il 18 maggio 1924 a Monastier di Treviso, vicino a Venezia. Dopo le scuole va nei militari, e l’ 8 settembre 1943 è a Pola. Torna a casa e diventa partigiano con la Missione Nelson e con il Comandante Guido, un ingegnere milanese italo-americano operante nell’area della laguna veneziana.
Gino a fine guerra riceve un encomio dal Generale Alexander, e poi emigra a Cuba passando dal Canada.
Nel 1951 lavora all' Avana come carpentiere nella grande Plaza Civica : l’attuale Plaza de la Revoluciòn. Nel 1952 Gino si fidanza con Olga Norma Turino Guerra, giovane rivoluzionaria di ricca famiglia cubana, abitante nella città coloniale di Trinidad, amica di Aleida March di Santa Clara, futura 2.a moglie del Che. Con esse due anni dopo entrerà nel "Movimento 26 Luglio", chiamato con la sigla "M-26-7", dalla data dell’assalto dei castristi (26 Luglio 1953) a caserme di Bayamo e Santiago de Cuba. Nel 1954 Gino si sposa. Poi nel 1955 e 1956, diventato tesoriere del "M-26-7" di Santa Clara, viene incaricato dal dirigente Faustino Perez di portare reclute e soldi in Messico, dove lo attende Fidel che deve comperare il battello Granma. (Gino qui diventa amico del medico asmatico Che Guevara, il quale gli confida che se non avesse incontrato Fidel egli sarebbe emigrato in Italia per specializzarsi in "anti-asma" alla facoltà di medicina di Bologna). Gino diventa amico anche di Fidel e di Raul e, in quanto ex partigiano, collabora agli addestramenti militari. Quindi il 25 novembre 1956 egli parte dal porto messicano di Tuxpan tra gli 82 patrioti del battello Granma. A bordo il suo grado è quello di Tenente del Terzo Plotone comandato dal Capitano Raúl, fratello di Fidel. Gli 82 sul Granma erano: 78 cubani, più un argentino (Che), più un messicano (Alfonso), più un domenicano (Ramon), più Gino (detto El Italiano). Sul passaporto italiano c’è scritto Gino Donè, ma all’anagrafe cubana, quando si è sposato, è stato registrato col nome di Gino Donè Paro, cioè anche con il cognome materno. Dopo lo sfortunato sbarco del 2 dicembre 1956 nell’Oriente Cubano, ai piedi della Sierra Maestra, e dopo la decimazione subita ad Alegria de Pio dai soldati batistiani, Gino torna clandestinamente a Santa Clara, dove nel Natale 1956 partecipa ad azioni di sabotaggio contro postazioni militari, assieme all’amica Aleida March. Ma nel gennaio 1957 riceve l’ordine dal "M-26-7" di andare all’estero salpando da Trinidad.
Dopo mezzo secolo Gino ha detto che: "Dopo il Desembarco del Granma, abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, chi in una forma e chi in un’altra. Io che ero straniero ero il più indicato per starmene lontano e fare ciò che nella Sierra non avrei potuto fare. C’era bisogno di collegamenti, di notizie, di informazioni, di soldi, di armi, e di molte altre cose. Chi con armi e chi senza armi ha fatto quello che doveva fare. E anch’io".
Nel 1996, alla Fiera Turistica di Varadero, a Cuba, il Comandante Jesús Montané Oropésa, "moncadista-granmista" da sempre assistente di Fidel, durante una intervista con Gianfranco Ginestri, disse: "Gino era il più adulto, il più serio, il più disciplinato; e dopo la nostra vittoria non ha mai cercato privilegi; e ogni tanto ci telefoniamo". L’ultima volta che Gino è stato ospite di Montanè a Cuba è stato in occasione del 40° dello sbarco del "Granma", nel dicembre 1996. Jesús Montanè è morto nel 1999.
Gino, nel 2003 (senza figli e vedovo due volte: della cubana Olga Norma e della portoricana Tony Antonia) è andato a vivere a Noventa di Piave, vicino a San Donà, in provincia di Venezia, dall’amata nipote Silvana. All’Avana è in contatto con il suo compagno "granmista" Arsenio Garcia Davila, con il quale è andato alla sfilata del 1° Maggio 2004 (dov’è stato decorato) : poi il 18 maggio è tornato a Venezia dov’è stato festeggiato il suo 80° compleanno dai Circoli Italia-Cuba del Veneto, da diverse organizzazioni amiche di Cuba, e dall’Anpi. Per il suo 81° compleanno, nel 2005, è stato ospite a Firenze della Fondazione Italiana Ernesto Guevara. Per l’ 82° compleanno, nel 2006 a Bologna, è diventato socio onorario del locale circolo dell’Ass-Italia-Cuba.
Nel 2006 si è recato spesso a Cuba, per partecipare alle celebrazioni del 50° del Desembarco del Granma. Nel 2007 a Cuba, " Mundo Latino " presenterà un dvd sul tema: " Gino: dalla Resistenza alla Revoluciòn ". (Fonte: gincuba2006@alinet.it)

martedì 10 aprile 2007

LE RIFLESSIONI DI FIDEL


Ha suscitato molti commenti un articolo di Fidel Castro pubblicato sul Granma dopo la visita del Presidente USA George W Bush in Brasile per stringere accordi con il Presidente brasiliano Lula Da Silva per la produzione di biocombustibile. La stampa italiana ovviamente ha utilizzato o la censura o la critica incondizianata. Invece la comunità scentifica internazionale ha ritenuto molto importante e degno di riflessione quanto detto del Comandante.
Ecco la traduzione dell'articolo in questione.

RIFLESSIONI DEL PRESIDENTE FIDEL CASTRO
Più di tre miliardi di persone nel mondo condannate ad una morte prematura
Non si tratta di una cifra esagerata ma, semmai, prudente. Ho meditato molto su questo dopo la riunione tra il presidente Bush e i fabbricanti nordamericani d’automobili.
Lunedì 26 marzo la sinistra idea di trasformare gli alimenti in combustibile è stata definitivamente fissata come linea economica della politica estera statunitense.
Il testo di un dispaccio della AP, agenzia di stampa nordamericana che arriva in ogni angolo del mondo, recita:
“WASHINGTON, 26 marzo (AP). Il presidente George W. Bush ha elogiato lunedì i vantaggi delle automobili funzionanti con etanolo e biodiesel, durante una riunione con i fabbricanti di veicoli in cui ha cercato di dare impulso ai suoi piani di combustibili alternativi.
“Bush ha detto che un impegno dei leaders dell’industria automobilistica nazionale per duplicare la produzione di veicoli a combustibile alternativo aiuterebbe a far sì che gli automobilisti abbandonino i motori funzionanti a benzina, riducendo la dipendenza del paese dal petrolio d’importazione.
“’È un grande progresso tecnologico per il paese’, ha detto Bush dopo aver ispezionato tre veicoli a combustibile alternativo. Se la nazione vuole ridurre il consumo di benzina, il consumatore deve avere la possibilità di prendere una decisione razionale.
“Il Presidente ha sollecitato il Congresso ad avanzare rapidamente nell’introduzione di una legislazione proposta recentemente dal Governo per ordinare l’uso di 132 miliardi di litri (35 miliardi di galloni) di combustibile alternativi per il 2017 e per imporre parametri più esigenti di consumo del combustibile nelle automobili.
“Bush si è riunito con il presidente del consiglio e direttore generale della General Motors Corp., Rich Wagoner; con il direttore generale di Ford Motor Co., Alan Mulally e con il direttore generale del gruppo Chrysler di Daimler Chrysler AG, Tom LaSorda.
“I partecipanti all’incontro hanno discusso misure atte a sostenere la produzione di veicoli a combustibile alternativo, dei tentativi per sviluppare l’etanolo a partire da fonti come l’erba e la segatura e una proposta per ridurre del 20% in dieci anni il consumo di benzina.
“Gli incontri si sono svolti in un momento in cui il prezzo della benzina è in aumento. Lo studio più recente dell’organizzazione Lundberg Survey segnala che il prezzo medio nazionale della benzina è aumentato di 6 centesimi per gallone (3,78 litri) nelle ultime due settimane, arrivando a 2,61 dollari”.
Penso che ridurre e riciclare tutti i motori che consumano elettricità e combustibile sia una necessità elementare e urgente di tutta l’umanità. La tragedia non consiste nel ridurre questi costi energetici, ma nell’idea di trasformare gli alimenti in combustibile.
Oggi si sa con precisione che una tonnellata di mais può produrre in media soltanto 413 litri di etanolo, equivalenti a 109 galloni.
Il prezzo medio del mais nei porti degli Stati Uniti è di 167 dollari la tonnellata. Sono pertanto necessari 320 milioni di tonnellate di mais per produrre 35 miliardi di galloni di etanolo.
Il raccolto del mais negli USA nel 2005, secondo i dati della FAO, è arrivato a 280,2 milioni di tonnellate.
Anche se il Presidente parla di produrre combustibile a partire dall’erba o dai trucioli del legno, chiunque capisce che si tratta di frasi assolutamente irrealistiche. Ripeto: 35 miliardi di galloni significano un 35 seguito da nove zeri!
Seguiranno poi dei begli esempi di ciò che conseguono gli sperimentati e ben organizzati agricoltori degli Stati Uniti rispetto alla produttività di ogni uomo ed ogni ettaro: il mais trasformato in etanolo; i residui di questo mais trasformati in mangime per gli animali con il 26% di proteine; gli escrementi del bestiame utilizzati come materia prima per la produzione di gas. Ma questo, dopo ingenti investimenti, è alla portata solamente delle imprese più poderose, dove tutto deve ruotare attorno al consumo d’elettricità e combustibile.
Applicate questa ricetta ai paesi del Terzo Mondo e vedrete quante persone non consumeranno più mais tra le masse affamate del nostro pianeta. O peggio: concedete ai paesi poveri prestiti per finanziare la produzione di etanolo dal mais o da qualsiasi altro tipo di alimento e non rimarrà in piedi nemmeno un albero per difendere l’umanità dal cambiamento climatico.
Altri paesi della parte ricca del mondo hanno programmato di usare non solo mais, ma anche grano, semi di girasole, di colza ed altri alimenti per la produzione di combustibile. Per gli europei, per esempio, sarebbe redditizio importare tutta la soya del mondo allo scopo di ridurre il consumo di combustibile delle loro automobili ed alimentare i loro animali con i residui della detta leguminosa, particolarmente ricca di tutti i tipi di aminoacidi essenziali.
Gli alcool venivano elaborati a Cuba come sottoprodotto dell’industria zuccheriera, dopo aver praticato tre estrazioni di zucchero al succo della canna. Il cambiamento climatico sta già danneggiando la nostra produzione di zucchero. Grandi siccità si alternano con piogge record, che appena permettono di produrre zucchero per cento giorni, con rese adeguate nei mesi del nostro assai moderato inverno e così manca zucchero per ogni tonnellata di canna o manca canna per ogni ettaro, a causa della prolungata siccità nei mesi di semina e coltivazione.
In Venezuela userebbero l’alcool non per l’esportazione, ma per migliorare l’impatto ambientale del loro combustibile. A prescindere dall’eccellente tecnologia brasiliana per produrre alcool, a Cuba l’impiego della detta tecnologia per la produzione diretta di alcool a partire dal succo della canna è soltanto un sogno o una stravaganza di coloro che si fanno illusioni su quest’idea. Nel nostro paese, le terre dedicate alla produzione diretta di alcool possono essere molto più utili nella produzione di alimenti per il popolo e nella protezione dell’ambiente.
Tutti i paesi del mondo, ricchi e poveri, senza eccezione alcuna, potrebbero risparmiare miliardi di dollari in investimenti e combustibile semplicemente sostituendo tutte le lampadine incandescenti con lampadine fluorescenti, cosa che Cuba ha fatto in tutti i focolari domestici del paese. Ciò rappresenterebbe una boccata d’ossigeno per resistere al cambiamento climatico senza provocare la morte per fame delle masse povere del mondo.
Come si può vedere, non uso aggettivi per qualificare il sistema ed i padroni del mondo. Questo lo sanno fare in modo eccellente gli esperti in informazione, scienze socio-economiche e politiche onesti che nel mondo abbondano e che studiano costantemente il presente ed il futuro della nostra specie. Sono sufficienti un computer e le sempre più numerose reti Internet.
Oggi ci troviamo di fronte per la prima volta ad un’economia veramente globalizzata e ad una potenza dominante nel terreno economico, politico e militare, che non assomiglia in niente alla Roma degli imperatori.
Qualcuno si chiederà perchè parlo di fame e sete. Rispondo: non si tratta dell’altra faccia di una moneta, ma di varie facce di un altro oggetto, come può essere un dado a sei facce, o un poliedro con molte più facce.
Mi avvalgo in questo caso di un’agenzia ufficiale di notizie, fondata nel 1945 e generalmente ben informata sui problemi economici e sociali del mondo: la TELAM. Cito testualmente:
“Circa due miliardi di persone, da qui a 18 anni, abiteranno in paesi e regioni dove l’acqua sarà un lontano ricordo. Due terzi della popolazione mondiale potrebbero vivere in luoghi dove questa scarsità potrebbe produrre tensioni sociali ed economiche di una tale portata da provocare guerre per il prezioso ‘oro azzurro’.
“Negli ultimi 100 anni l’uso dell’acqua è aumentato ad un ritmo due volte superiore al tasso di crescita della popolazione.
“Secondo le statistiche del Consiglio Mondiale dell’Acqua (WWC è la sigla in inglese), si stima che nel 2015 il numero di abitanti colpiti da questa grave situazione aumenterà fino a raggiungere i 3 miliardi e 500 milioni di persone.
“L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha celebrato il 23 marzo la Giornata Mondiale dell’Acqua, chiamando ad affrontare da quello stesso giorno la scarsità mondiale del prezioso liquido, con il coordinamento dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione (FAO), con l’obiettivo di sottolineare la crescente importanza della mancanza d’acqua a livello mondiale e la necessità di una maggior integrazione e cooperazione, che permettano di garantire una gestione efficiente delle risorse idriche.
“Molte regioni del pianeta stanno soffrendo una grave scarsità d’acqua e vivono con meno di 500 metri cubici per persona all’anno. Sono sempre di più le regioni che soffrono della cronica mancanza del vitale elemento.
“Le principali conseguenze della scarsità dell’acqua sono la sua insufficiente quantità per la produzione di alimenti, l’impossibilità dello sviluppo industriale, urbano e turistico ed i problemi di salute”.
Fin qui il dispaccio della TELAM.
Non menzionerò in quest’occasione altri importanti fatti, come i ghiacci che si sciolgono in Groenlandia e nell’Antartide, i danni alla fascia dell’ozono e la crescente quantità di mercurio in molte specie di pesci che vengono consumati abitualmente.
Esisterebbero altri temi da affrontare, ma con queste righe ho voluto soltanto fare un commento sulla riunione del presidente Bush con i principali dirigenti delle compagnie automobilistiche nordamericane.
Fidel Castro Ruz
28 marzo 2007
(Traduzione Granma Int.)

mercoledì 4 aprile 2007

Recensione


Tratto dal sito http://www.siporcuba.it riporto la recensione del film di Juan Alberto Cremata che ha ispirato il nome del blog. Sul sito http://www.vivacuba-lefilm.com/ potete trovare molto materiale al riguardo. E' in francese ma vale la pena visitarlo anche se non si conosce la lingua.

VIVA CUBA! Il primo film cubano per bambini e con bambini
A Cuba non c’è niente di più importante di un bambino e si fanno molte cose per i bambini. Il lavoro sostenuto dalla mia famiglia per molti anni è testimonianza di tutto questo...
Incredibilmente però nella storia della cinematografia cubana non ci sono film fatti per i bambini e con i bambini. Questa è una storia per tutte le età e sarà un film economico ma con una grande portata artistica. Vogliamo che questo film nasca e che lo vedano tutti i bambini del mondo... ha dichiarato il regista di “Viva Cuba” che è la storia di Malú e di Jorgito, due bambini cubani che vivono a Regla, un quartiere al di là della baia dell’Avana, che provengono da famiglie con una differente visione della Rivoluzione e che cercano di impedire la loro amicizia.
I due bambini scappano e percorrono quasi tutta Cuba vivendo mille avventure e partecipando persino a una manifestazione di massa.
Il regista Juan Carlos Cremata ha detto che il suo film “Va visto con occhi da bambino anche se la pellicola è diretta a tutto il pubblico e la dovranno vedere anche gli adulti.”
“È una storia romantica vista da due bambini che cercano affetti autentici e vogliono vivere la loro amicizia, difendendo il diritto di restare con i loro amici, con la loro educazione, nella loro scuola e con la gente che conoscono”, ha dichiarato Luisa Maria Jimenez, una delle protagoniste, durante la presentazione. La sceneggiatura è dello stesso Cremata con Manolito Rodríguez ed è “una delle più belle e straordinarie storie del cinema cubano.
A Cuba i bambini assai difficilmente partecipano professionalmente con adulti a pellicole e spettacoli. Ci sono le formazioni di bambini, i cori, c’è la Colmenita, per esempio, un gruppo famoso in tutta l’America, ma non esiste il bambino artista e tanto meno ci sono bambini “famosi” per quanto bravi possano essere. Le voci dei bambini alla rado vengono fatte dagli adulti per esempio. Prima vengono la scuola, la famiglia, educazione, le relazioni sociali etc. e in questi ambiti si sviluppano anche le capacità artistiche, come tutte le altre capacità d’altronde.
“Viva Cuba” è una grande novità e se ne parla già ora che si sta cominciando girare questo film, che verrà presentato al Festival Internazionale del cine latino americano, in dicembre.
Cremata è alla sua seconda esperienza di lungometraggio; la sua opera prima “Nada”, ha ricevuto molti riconoscimenti in vari paesi. La produzione di “Viva Cuba” è della Casa TVC QUAD di Parigi, con la collaborazione de La Colmenita, la FNCL, EICTV, Rete Unial della UNESCO e vari sponsor come Hoteles Horizontes, Los Portales S.A., Palmares, Isla Azul, Transtur.