mercoledì 26 agosto 2009

Raùl Castro: Non sono stato eletto Presidente per restaurare il capitalismo a Cuba


Raùl Castro: Non sono stato eletto Presidente per restaurare il capitalismo a Cuba ne per distruggere la Revoluciòn. Venni eletto per difendere, mantenere e continuare a perfezionare il socialismo, non per distruggerlo.
Dopo un periodo di sana disintossicazione dalla rete, e non solo, riprendo a scrivere su questo blog dedicato all’isola che tanto amorevolmente mi ospita e che orgogliosamente ho scelto come mia seconda patria.
Gli eventi di cui la popolazione ed i media cubani si sono interessati con maggior enfasi in quest’ultimo periodo sono essenzialmente: il colpo di stato in Honduras, l’ambiguità del nuovo governo statunitense, il problema del risparmio energetico e relative risorse, il discorso del Presidente Raùl Castro all’Assemblea del Poder Popular che ha fatto seguito a quello del 26 luglio in Holguin in occasione dell’anniversario dell’assalto al Cuartel Moncada (atto storico nella lotta di Cuba per la sua liberazione ed indipendenza), le Reflexiones di Fidel Castro del 6 e 10 agosto riguardo la nuova strategia messa in atto dall’Amministrazione USA per arrestare i cambiamenti in atto in America Latina, ed in fine le prestazioni degli atleti cubani che continuano a mietere successi in varie competizioni. Tra poco li vedremo in Italia, a Milano per i Mondiali di Boxe, ed a Nettuno per il Clasico Mundial di bèisbol, o pelota come viene chiamato il baseball a Cuba. Quest’ultimo avrà luogo in varie città europee tra le quali appunto Nettuno, il cui sindaco è stato recentemente a Cuba per incontrare i dirigenti dello sport più popolare dell’isola antilliana e che vede la città laziale come una delle migliori a livello europeo riguardo la pratica di questo sport poco conosciuto in Italia se si escludono l’Emilia Romagna ed, appunto, la città di Nettuno.
Tra tutti questi temi il più interessante per chi segue le vicende cubane, è sicuramente il discorso del Presidente Raùl Castro. Di questo intendo parlare in questo post, lasciando gli altri argomenti ad altre occasioni. Della questione honduregna e dell’atteggiamento della nuova Amministrazione statunitense ne parlo sull’altro blog, Notizie dall’Impero.
Il discorso del Presidente Raùl Castro ha toccato i temi più scottanti della politica nazionale ed internazionale. Dopo aver fatto una panoramica dei lavori dell’Assemblea, il Presidente cubano ha toccato il tema delle difficoltà che sta vivendo il paese in questo anno tanto difficile per tutto il pianeta. 10 mila milioni di dollari causati dai danni provocati dagli uragani dello scorso anno, la decrescita delle esportazioni dovuta alla crisi internazionale, la caduta di quasi il 50% del prezzo del nichel sul mercato internazionale che hanno causato la chiusura temporanea di alcune miniere, la diminuzione delle entrate turistiche malgrado i visitatori siano cresciuti del 2,9%, sono la causa principale per cui la prevista crescita economica del 6% è stata ridimensionata al 2,5% in aprile ed ora si prevede che si chiuderà l’anno attorno al 1,7%.
Raùl Castro è stato molto chiaro quando ha detto che “Nessuno, ne un individuo ne un paese, può consumare all’infinito più di quanto produce. Due più due da sempre quattro e mai cinque, anzi aggiungo che nelle condizioni del nostro socialismo imperfetto, a causa di deficienze proprie, spesso due più due da come risultato tre”. Eliminare spese e burocrazie inutili, elevare l’efficienza e rinforzare le istituzioni statali sotto il controllo del Ministero dell’Economia e Pianificazione sono la ricetta per superare le difficoltà. “Malgrado le difficoltà della nostra economia si percepiscono comunque modesti progressi” ha aggiunto menzionando l’incremento della produzione agricola, industriale, del trasporto e dei servizi sociali alla popolazione, in particolare la salute pubblica, l’educazione e le attività culturali ed artistiche.
Il Presidente cubano ha poi esortato la popolazione ad incrementare gli sforzi per il risparmio energetico ed ha precisato che le spese nella sfera sociale devono essere in assonanza con le possibilità reali. “La soluzione delle molte necessità dipenderà dal fatto se lavoreremo di più e meglio”, ha precisato. La rivitalizzazione di terre oziose ha dato risultati eccellenti per cui questo processo dovrà essere incrementato. L’aumento di laureati è sicuramente un fatto positivo ma, si chiede il Presidente, chi lavorerà la terra? chi nelle fabbriche e nelle officine? chi in definitiva creerà la ricchezza materiale necessaria? “A volte si ha la sensazione che ci stiamo mangiando il socialismo prima di costruirlo e aspiriamo a consumare come se fossimo nel comunismo”. Già in precedenza Raùl aveva chiarito che socialismo non significa dare secondo le proprie possibilità e ricevere secondo i propri bisogni ma dare quanto possibile e ricevere in base a quanto si è prodotto, fatti salvi i bisogni fondamentali che comunque non si possono garantire all’infinito anche a quelli che non lavorano. In nessun paese è possibile vivere senza lavorare e Cuba non può continuare ad essere un’eccezione.
In seguito ha toccato il tema del crescente prestigio che Cuba sta incontrando. Dal forte impulso dato durante i tre anni di presidenza dei Paesi non Allineati, alla Cumbre de las Americas dove sono caduti gli ultimi steccati eretti dall’impero per isolare la Revoluciòn, per arrivare al riconosciuto e determinante impegno cubano per dare forza a tutti i meccanismi di integrazione tra i paesi del Sudamerica e del Caribe. I successi dell’ALBA, la forte relazione economica e politica con Venezuela, Bolivia, Ecuador, Argentina, Brasile e pressoché tutte le nazioni del continente, hanno contribuito a creare un nuovo clima di alleanze in un continente dominato da oltre cinque secoli. Infine la rapida e ferma presa di posizione contro il colpo di stato in Honduras ed il sostegno incondizionato al suo legittimo Presidente, Manuel Zelaya. E visto che anche gli ultimi due paesi centroamericani che continuavano a negare relazioni diplomatiche con Cuba hanno deciso in questi ultimi mesi di ristabilire le relazioni, “Il paese isolato in questa regione non sembra Cuba”.
Nella relazione del Presidente cubano non poteva mancare il tema dei rapporti con il nuovo Governo statunitense. Proprio in questi giorni Hillary Clinton ha ribadito la disponibilità della nuova Amministrazione guidata da Obama, a riaprire il dialogo tra le due nazioni “però siamo molto chiari nel fatto che vogliamo vedere cambi fondamentali nel regime cubano” ha detto con convinzione la Segretaria di Stato. La risposta di Raùl è stata ancora più eloquente: “Mi vedo obbligato, con tutto il rispetto, a rispondere alla signora Clinton ed insieme a coloro che nell’Unione Europea ci chiedono atti unilaterali nella direzione di smontare il nostro regime politico e sociale. Io non sono stato eletto Presidente per restaurare il capitalismo a Cuba ne per distruggere la Revoluciòn. Sono stato eletto per difendere, mantenere e continuare a perfezionare il socialismo, non per distruggerlo. E’ qualcosa che deve essere molto chiaro….. Approfitto dell’occasione per riaffermare la disponibilità di Cuba per sostenere con gli Stati Uniti un dialogo rispettoso tra uguali. Senza ombre per la nostra indipendenza, sovranità ed autodeterminazione. Siamo pronti a parlare di tutto, ripeto, di tutto, però da qui, da Cuba, e da là, negli Stati Uniti, non a negoziare il nostro sistema politico e sociale. Non chiediamo agli Stati Uniti che lo facciano. Dobbiamo rispettare mutualmente le nostre differenze. Non le riconosciamo al governo di questo paese ne ad altri stati od unioni, giurisdizione sulla nostra sovranità. A Cuba dal Triunfo de la Revoluciòn non c’è stata un’esecuzione extragiudiziale, ne un desaparecidos, ne torture. Rettifico, a Cuba sì ci sono state torture, però nella Base Navale di Guantanamo, imposta alla nostra Patria da oltre cento anni, dall’infame Enmienda Platt….”. (Credo non servano commenti, mi sembra di una chiarezza lapalissiana chi è che si erige a difensore della democrazia a parole mentre in pratica si assume il ruolo di chi intende imporre al mondo i propri voleri. Anche se la propaganda capitalista sembra essere in grado di ribaltare la realtà, basterebbe un minimo di obiettività e di onestà intellettuale per saper guardare in faccia la realtà).
Raùl Castro ha poi affermato che le tanto sbandierate aperture, seppur minime, adottate dalla nuova Amministrazione guidata da Obama, quali la deroga alle restrizioni per i viaggi dei cubani residenti in quel paese ed alle rimesse ai loro famigliari, come il permesso di alcune operazioni in materia di telecomunicazioni, alla data odierna non sono state attuate. “E’ importante che questo si sappia, perché esiste abbastanza confusione e manipolazione sulla stampa estera”. Ha poi sottolineato che è certamente diminuita l’aggressività e la retorica anticubana rispetto all’Amministrazione Bush e che le relazioni intraprese il 14 luglio tra i due governi riguardo ai temi sull’immigrazione si sono sviluppate in maniera positiva.
In seguito il Presidente cubano ha affrontato il tema della successione dei poteri al venir meno, per “cause biologiche”, della generazione che portò alla vittoria della Revoluciòn. Ha assicurato che coloro che pensano alla distruzione del socialismo cubano farebbero bene a non farsi troppe illusioni perché le nuove generazioni non verranno mai meno agli ideali rivoluzionari.
Infine Raùl ha confermato la sospensione del VI congresso del Partito, programmato per la fine di quest’anno. I temi da affrontare sono molti e di importanza strategica per il futuro, sono necessarie profonde riflessioni che permettano di fare scelte oculate. Per questo è necessario consultare il maggior numero possibile di persone, aprire dibatti ed analizzare con il popolo i problemi e trovare soluzioni praticabili. Questo richiederà un tempo maggiore per realizzare il Congresso che sarà effettuato quando questo processo sarà terminato. Un Congresso durante il quale si discuta con i militanti del Partito e con tutto il popolo di tutti i problemi. “Se vogliamo un Congresso vero, in situazioni come l’attuale, trovando soluzioni ai problemi e guardando al futuro, deve essere così. Deve essere il popolo, con il suo Partito all’avanguardia, quello che decide”. Il Presidente ha poi ricordato che in 50 anni di Revoluciòn in materia di consultazioni popolari si è raggiunta un’esperienza eccezionale, le cifre delle ultime consultazioni parlano chiaro. La più recente, quella seguita al suo discorso del 26 luglio del 2007, ha visto la partecipazione di oltre 5 milioni di persone con 3.255.000 interventi dei quali quasi la metà furono critici al riguardo. I risultati di questa attività hanno permesso, in tempi tanto difficili, di trovare le soluzioni più adeguate alle reali possibilità del Paese. “Dallo stesso primo di gennaio del 1959, è stata la linea invariata quella di analizzare con il popolo qualsiasi problema importante, per difficile che sia. Se siamo sopravvissuti durante mezzo secolo a tutte le difficoltà ed aggressioni è perché la Revoluciòn è opera della stragrande maggioranza del popolo cubano”.
Come si vede si lavora alla grande qui a Cuba, si lavora per combattere i mali che assillano il pianeta, in particolare i paesi del Terzo Mondo, e per costruire un futuro migliore. Per i cubani e per tutta l’umanità. Mai come di questi tempi servono esempi da seguire, continuare a fare orecchi da mercante potrebbe costare caro. Chi crede di continuare politiche di dominio planetario o chi pensa di permettersi ridicole divagazioni berlusconiane farebbe bene a ricredersi, i tempi sono già scaduti.