venerdì 22 ottobre 2010

'FANCULO!!!!


Per un cubano finto dissidente a pagamento il premio Sacharov del Parlamento Europeo, per i milioni di veri dissidenti europei che lottano per la sopravvivenza (Grecia, Francia, Spagna, Italia....) manganellate e lacrimogeni. E si dicono democratici questo perditempo strapagati mentre i lavoratori muoiono di lavoro e di botte!

Ma chi è questo povero cubano "represso" per meritarsi tanta gloria?

Guillermo Fariñas, detto "El Coco", è uno sfaccendato che per vivere fa il dissidente, si è laureato in psicologia ma non ha mai fatto lo psicologo, troppo impegnativo. Ha deciso di fare il giornalista, non ha laurea e nemmeno un minuto di esperienza nel settore, ma lui non ne ha bisogno, non è un giornalista normale, lui fa il giornalista dissidente, lavoro ben retribuito dall'imperialismo in cerca di scoop che non si trovano. Che non si trovano a Cuba ovviamente perché se guardassero dove ben sanno, per esempio a casa loro, di dissidenti veri ne troverebbero a iosa....

Io per esempio! Io sono un dissidente, detesto dal più profondo dell'animo il capitalismo e l'imperialismo che ritengo sistemi criminali responsabili di aver portato l'inferno in terra. Ma chissà perchè, non mi cagano!!!! E di bigliettoni verdi nemmeno a parlarne.... A me la ricchezza non interessa, i ricchi li trovo disgustosi, ma mettiamo il caso che pensassi di arricchirmi. Saprei come fare, facile per me! Vivo spesso a Cuba, la conosco bene e l'ho sempre difesa con tutte le mie forze contro le vili aggressioni di cui i cubani sono vittima dal giorno che hanno deciso di essere un paese libero. A me basterebbe fare il salto del muro, fare un po' come Bondi per intenderci, ed hoplà, balzerei immediatamente dal silenzio alle cronache. Sicuro che verrei invitato da Fabio Fazio a Che tempo che fa, e pure ben retribuito, almeno quanto Tony Blair. E mi farebbero fare una, che dico una, molte trasmismissioni televisive milionarie, come a Roberto Saviano, e se come lui mi spingessi a dichiararmi a favore di Israele oltre che contro la mafia mi darebbero pure la scorta come l'hanno data a lui.

Ecco fatto, divento ricco e 'fanculo ai cubani!!! Ma ci vuole un bel fegato, e quello ce l'ho normale, non come quello di Fariñas che deve essere enorme. E pure una gran bella faccia tosta, con tutto quello che Cuba, paese del Terzo Mondo non dimentichiamolo, mi ha regalato.... Pensate che a Cuba mi curano gratis malgrado a loro non ho versato un centesimo di contributi mentre in Italia ho pagato una fortuna per avere in cambio pressochè niente, ho una pensione da miseria e mi tocca pure pagare farmaci e tiket. Se Cuba da molto a me, figuratevi a Fariñas che lì ci vive dalla nascita anche se dissente. Ma lui ce l'ha la faccia tosta, io no! Per questo col cazzo che mi daranno mai un premio!!!! Col cazzooooooo! A lui sicuro che glie ne daranno altri, già glie ne hanno dati parecchi ma se continua a fare scioperi della fame rischia il Nobel. Di scioperi della fame lui ne ha già già fatti ben 23! Pensate, passare quasi tutta la vita in sciopero della fame e non morire mai! Manco Pannella....

Io invece sono sfigato, sono nato in Italia invece che a Cuba e non mi premieranno mai malgrado la fame la dovrei fare tutti i giorni. Eh sì, tutti i giorni! Perchè a me, onesto cittadino italiano seppure dissidente, dopo 45 anni di lavoro mi danno una pensione con la quale non riesco a comprare il cibo perchè appena appena mi basta per pagare le spese di mantenimento della casa, dell'auto, del telefono, l'acqua, il gas, il riscaldamento, la spazzatura, la fognatura, tasse varie compresa l'ICI. Si l'ICI, perchè Berlusconi mica l'ha tolta a tutti come va raccontando, l'ha tolta solo ai ricchi come lui, chi come me ha famiglia deve pagarla perchè se lasci la casa ai figli e tu ne prendi un'altra diventa seconda casa, e paghi l'ICI!!!!! Ricazzo! Proprio un'Italia democratica mi doveva capitare!

A Fariñas invece niente di tutto questo, a Cuba la casa la da lo stato, anche a lui che non ha mai fatto un emerito cazzo se non infangare lo stato che lo tutela dal primo all'ultimo giorno della sua esistenza. E lui dissente, perchè vorrebbe che Cuba fosse come noi dove la democrazia è solo formale invece che essenziale, vorrebbe cioè una democrazia finta invece di una vera che secondo lui e chi lo paga si deve chiamare dittatura. E io m'incazzo! Come, a lui lo stato da tutto mentre a me niente? La casa io ho dovuto farmela spendendoci sopra una montagna di soldi per progetti, permessi, tasse e balzelli di ogni tipo e lui lo pagano per dissentire?????? Non è mica scemo questo gran figlio di mignotta, fa lo sciopero della fame e ricatta il suo governo, se non gli danno il telefono, sciopero della fame, se non gli danno il cellulare, sciopero della fame, se non gli danno internet, scioppero della fame, se non gli danno il computer, altro sciopero della fame! Ed il Governo cubano è costretto a cedere al ricatto di un bastardo per evitare la solita campagna mediatica anticubana che costa il prezzo di un computer per ogni centesimo di secondo. Allora visto che governo è costretto a cedere, avanti con gli scioperi della fame. Presunti ovviamente, perchè chi fa davvero lo sciopero della fame muore e non riesce nemmeno a fare il secondo altro che 23! E visto che il governo cubano cede la faccenda si complica perchè di conseguenza l'imperialismo non può fare le campagne mediatiche ed il Parlamento europeo si trova nell'impossibilità di dargli il Premio Sacharov. Ma quì arriva in soccorso l'unto dal Signore, lui sa come fare e la sua storia lo dimostra. Per premiare una vittima della repressione non serve un represso vero, basta dire che lo reprimono ed è fatta. Certo, qualche comunista dirà che è una vergogna ma lasciamo che dica, chi li ascolta più, non hanno più nemmono un partito degno di tale nome e manco uno straccio di giornale, figuriamoci!

E così il finto represso se la ride, con cellulare ed internet pagati da altri va dicendo a tutti che sta in carcere mentre vive nella sua agiata casa di Santa Clara, dice di non mangiare ma fa solo finta visto che non muore mai. Scommettiamo che riuscirà ancora a ricattare il suo Governo e lo costringerà a lasciarlo venire in Europa malgrado la sua fedina penale non sia del tutto limpida? Infatti il pacifico dissidente tra uno sciopero e l'altro si dedica pure alle aggressioni. E si badi bene, non ha aggredito uno qualsiasi, macchè, ha aggredito una donna ed un'anziano. Che ingiustizia per uno come me che dissente veramente anche se non aggredisce donne e vecchietti! A me niente di niente, continueranno a non cagarmi....

Ma anche per gli sfigati c'è sempre una via d'uscita, per mia fortuna c'è la dittatura cubana che il giorno che deciderò di non fare il pensionato che continua a lavorare per vivere, cioè domani, mi permetterà di campare fino alla fine dei miei giorni. Però è certo che io non verrò messo nella lista di quelli che fuggono dal proprio paese, questo onore tocca solo ai cubani anche se nella stragrande maggioranza emigrano solo per motivi di lavoro non per motivi politici....

Per tutto questo e per molto altro ancora, continuerò a dissentire veramente urlando forte: ABBASSO IL CAPITALISMO E LA SUA FINTA DEMOCRAZIA! VIVA LA LIBERTA' DELLA "DITTATURA" CUBANA! E 'fanculo al Parlamento europeo e pure a quel bastardo di Fariñas con il quale mi toccherà convivere. Unico neo di un futuro povero ma felice....

PS, 'fanculo pure agli idioti che applaudono i loro carcerieri.

lunedì 4 ottobre 2010

Eva Golinger: Detràs del Golpe en Ecuador




Sul fallito colpo di stato in Ecuador pubblico questo interessante articolo a firma di Eva Golinger, avvocato newyorchese di origini venezuelane che già aveva trattato la questione del colpo di stato contro il Presidente Chàvez.

L'articolo della Golinger è illuminante sopratutto dopo che i nostri giornalisti menzogneri e sudditi dei loro padroni sono arrivati a sostenere che questi sono auto-golpe messi in scena dai "dittatori". Certi giornalisti al servizio dei cialtroni che hanno ridotto il pianeta ad un inferno di dolore e sofferenza sono idegni di far parte della specie umana. Questi figli di buona donna sanno che le loro performance sono lo strumento micidiale con il quale i pontenti tengono in scacco i loro sudditi ma non hanno alcun timore, vivere in un palazzo della Milano "bene" ed il conto in banca sembra che sia sufficiente a metterli in pace con la loro lurida coscenza.... Dopo la messinscena di Belpietro e dopo aver visto pure Fabio Fazio adulare quel criminale di Tony Blair, la rabbia di chi aspira ad un mondo più giusto ed a misura d'uomo si fa sempre più forte....

Purtroppo non ho il tempo per tradurre l'articolo della Golinger, me ne scuso con chi non conosce la lingua spagnola.

DETRÁS DEL GOLPE EN ECUADOR LA DERECHA AL ATAQUE CONTRA ALBA

por Eva Golinger

Organizaciones financiadas por USAID y NED piden la renuncia del Presidente Correa en apoyo al golpe de Estado promovido por sectores de la policía ecuatoriana, profundamente penetrada por Estados Unidos.

Un nuevo intento de golpe contra un país de la Alianza Bolivariana para los pueblos de nuestra América (ALBA) atenta contra la integración latinoamericana y el avance de los procesos de revolución democrática. La derecha está al ataque. Su éxito en 2009 en Honduras contra el gobierno de Manuel Zelaya, la llenó de energía, fuerza y confianza para poder arremeter contra los pueblos y gobiernos de revolución en América Latina.

Las elecciones del domingo 26 de septiembre en Venezuela, aunque resultaron victoriosas principalmente para el Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV), cedieron espacio a las más reaccionarias y peligrosas fuerzas de desestabilización que están al servicio de los intereses imperiales. Estados Unidos logró colocar sus piezas claves en la Asamblea Nacional de Venezuela, dándoles una plataforma para avanzar con sus planes conspirativos para socavar la democracia venezolana.

El día después de las elecciones en Venezuela, la lideresa por la paz en Colombia Piedad Córdaba fue inhabilitada como Senadora de la República de Colombia por la Procuraduría nacional, basándose en acusaciones y evidencias falsas. Pero el ataque contra la Senadora Piedad, simboliza un ataque contra las fuerzas del progreso en Colombia que buscan soluciones verdaderas y pacíficas al conflicto de guerra que han vivido durante más de 60 años.

Y ahora, el jueves, 30 de septiembre, Ecuador amaneció de golpe. Policías insubordinados tomaron varias instalaciones en la capital de Quito, creando caos y pánico en el país. Supuestamente protestaban contra una nueva ley aprobada por la Asamblea Nacional el miércoles, que según ellos recortaba sus beneficios laborales.

El Presidente Rafael Correa, en un intento de resolver la situación, se dirigió a la policía insubordinada, pero fue atacado por objetos contundentes y bombas lagrimógenas, causándole una herida en la pierna y una asfixia por el gas. Fue trasladado al hospital militar en la ciudad de Quito, dónde luego fue secuestrado y mantenido bajo fuerza sin poder salir.

Mientras tanto, movimientos populares tomaron las calles de Quito reclamando la liberación de su Presidente, reelegido democráticamente el año pasado con una inmensa mayoría. Miles de ecuatorianos alzaron su voz en apoyo al Presidente Correa, intentando rescatar su democracia de las manos de fuerzas golpistas que buscaban provocar la salida forzada del gobierno nacional.

Aunque los acontecimientos siguen en pleno desarrollo y el Presidente Correa sigue secuestrado por los policías golpistas, hay factores externos involucrados en este intento de golpe que mueven sus piezas de nuevo.

POLICÍA INFILTRADA

Según el periodista Jean-Guy Allard, un informe oficial del Ministro de Defensa de Ecuador, Javier Ponce, difundido en octubre 2008 reveló “que diplomáticos estadounidenses se dedicaban a corromper a la policía y las fuerzas armadas”.

El informe afirmó que unidades de la policía “mantienen una dependencia económica informal con Estados Unidos, para el pago de informantes, capacitación, equipamiento y operaciones”.

En respuesta a la información, la embajadora de Estados Unidos en Ecuador, Heather Hodges, declaró “Nosotros trabajamos con el gobierno de Ecuador, con los militares y con la policía para fines muy importantes para la seguridad”, justificando la colaboración. Según Hodges, el trabajo con las fuerzas de seguridad de Ecuador está relacionado con la “lucha contra el narcotráfico”.

LA EMBAJADORA

La embajadora Heather Hodges fue enviada a Ecuador en 2008 por el entonces Presidente George W. Bush.
Anteriormente, tuvo una gestión exitosa como embajadora en Moldalvia, país socialista que antes formaba parte de la Unión Soviética. En Moldavia dejó sembrada la pista para una “revolución de colores” que ocurrió, sin éxito, en abril 2009 contra la mayoría elegida del partido comunista en el parlamento.

Hodges estuvo al frente de la Oficina de Asuntos Cubanos, como Subdirectora en 1991, división del Departamento de Estado que se dedica a promover la desestabilización en Cuba. Dos años después fue enviada a Nicaragua para consolidar la gestión de Violeta Chamorro, presidenta seleccionada por Estados Unidos luego de la guerra sucia contra el gobierno Sandista que logró su salida del poder en 1989.

Cuando Bush la envió a Ecuador, era con la intención de sembrar la desestabilización contra Correa, en caso de que el presidente ecuatoriano se negara a subordinarse a la agenda de Washington. Hodges logró incrementar el presupuesto de la USAID y NED para organizaciones sociales y grupos políticos que promueven los intereses de Estados Unidos, incluso en el sector indígena.

Frente a la reelección del Presidente Correa en 2009, basada en la nueva constitución aprobada en 2008 por una mayoría contundente de ecuatorianos y ecuatorianas, la embajada comenzó a fomentar desestabilización.

USAID

Algunos grupos sociales progresistas han expresado su descontento con las políticas del gobierno de Correa. No hay duda de que existen legítimas quejas y reclamos a su gobierno. No todos los grupos u organizaciones que están en contra de las políticas de Correa son agentes imperiales. Pero sí existe un sector dentro de ellos que recibe financiamiento y lineamientos para provocar situaciones de desestabilización en el país, más allá de las expresiónes naturales de crítica u oposición a un gobierno.

En el 2010, el Departamento de Estado aumentó el presupuesto de la USAID en Ecuador a más de 38 millones de dólares. En los últimos años, un total de $5.640.000 en fondos se invirtió en el trabajo de “descentralización” en el país. Uno de los principales ejecutores de los programas de la USAID en Ecuador es la misma empresa que opera con la derecha en Bolivia: Chemonics, Inc. Al mismo tiempo, la NED otorgó un convenio de $125.806 al Centro para la Empresa Privada (CIPE) para promover los tratados de libre comercio, la globalización y la autonomía regional a través de la radio, television y prensa ecuatorianas, junto con el Instituto Ecuatoriano de Economía Política.

Organizaciones en Ecuador como Participación Ciudadana y Pro-justicia han dispuesto de financiamiento de USAID y NED, tanto como miembros y sectores de CODEMPE, Pachakutik, la CONAIE, la Corporación Empresarial Indígena del Ecuador y la Fundación Qellkaj.

Durante los acontecimientos del jueves 30 de septiembre en Ecuador, uno de los grupos con sectores financiados por la USAID y NED, Pachakutik, emitió un comunicado respaldando a la policía golpista, exigiendo la renuncia del Presidente Rafael Correa y responsabilizándolo por los hechos. Incluso, lo acusó de mantener una “actitud dictatorial”:

“PACHAKUTIK PIDE LA RENUNCIA AL PRESIDENTE CORREA Y LLAMA A CONFORMAR UN SOLO FRENTE NACIONAL

Boletín de Prensa 141

El Jefe de Bloque del Movimiento Pachakutik, Cléver Jiménez, ante la grave conmoción política y crisis interna, generada por la actitud dictatorial del Presidente Rafael Correa, al violentar los derechos de los servidores públicos y de la sociedad en su conjunto, convocó al movimiento indígena, movimientos sociales, organizaciones políticas democráticas, a constituir un solo frente nacional para exigir la salida del Presidente Correa, al amparo de lo que establece el Art 130, numeral 2 de la Constitución, que dice: “La Asamblea Nacional podrá destituir al Presidente de la República en los siguientes casos: 2) Por grave crisis política y conmoción interna”.

Jiménez respaldó la lucha de los servidores públicos del país, incluyendo a los policías de tropa que se encuentran movilizados en contra de las políticas autoritarias del régimen que pretende conculcar derechos laborales adquiridos. La situación de los policías y miembros de las Fuerzas Armadas debe ser entendida como una justa acción de servidores públicos, cuyos derechos han sido vulnerados.

Pachakutik está convocando para esta tarde a todas las oganizaciones del movimiento indígena, a los trabajadores, hombres y mujeres democráticos a construir la unidad y preparar nuevas acciones en rechazo al autoritarismo de Correa, en defensa de los derechos y garantías de todos los ecuatorianos.

Responsable de Prensa

BLOQUE PACHAKUTIK”

El guión utilizado en Venezuela y Honduras se repite de nuevo. Intentan responsabilizar al Presidente y al gobierno por el “golpe”, forzando luego su salida del poder. El golpe contra Ecuador es la próxima fase de la agresión permanente contra el ALBA y los movimientos revolucionarios en la región.

El pueblo ecuatoriano se mantiene movilizado en rechazo del intento golpista, mientras las fuerzas progresistas de la región se agrupan para expresar su solidaridad y respaldo al Presidente Correa y su gobierno.