giovedì 25 ottobre 2012

LA RIFORMA MIGRATORIA CUBANA


LA RIFORMA MIGRATORIA CUBANA

Il 16 ottobre scorso sul Granma, organo ufficiale del Partito Comunista di Cuba, si annuncia l’avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica di Cuba della tanto attesa Riforma Migratoria. L’attualizzazione della Riforma avviene nel contesto di riforme politiche che il Governo presieduto da Raùl Castro sta mettendo in atto per affrontare le sfide presenti e future del socialismo cubano. Pertanto il 14 febraio 2013, 90 giorni dopo lapubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, entreranno in vigore le nuove regole che prevedono tra l’altro di eliminare la richiesta del Permesso di Uscita e della Carta d’Invito per potere uscire dal paese. Da quella data si richiederà solamente la presentazione del Passaporto ed il Visto del paese di destinazione. Altra disposizione è quella della possibilità di stare fuori dal paese fino a 24 mesi con possibilità di ulteriori proroghe rilasciate da un Consolato cubano.
Fino a qui i punti salienti della Riforma Migratoria, però la questione merita altro discorso per impedire che la ferocia aggressiva dei potenti mezzi di dis-informazione dell’imperilaismo capitalista possa mettere in cattiva luce questo grande sforzo dei dirigenti e del popolo cubano per garantire ulteriri spazi all’individuo pur continuando a preservare il diritto di Cuba a mantenersi uno stato libero, sovrano ed indipendente. Come riportato nell’editoriale del Granma dedicato alla questione, nel caso cubano il tema dell’emigrazione è stato storicamente oggetto di forti campagne mediatiche pensate e dirette dal governo degli Stati Uniti e dai suoi alleati, nel tentativo di denigrare l’esperienza socialista cubana fin dal suo inizio. L’intento è stato quello di seminare confusione nell’opinione pubblica mondiale e tra gli stessi cubani che molto spesso cadono vittima di questa massiccia propaganda finanziata annualmente senza limiti di spesa da parte dei governi capitalisti e dalle oligarchie della borghesia padrona. Queste campagne hanno avuto la triste conseguenza di stimolare l’uscita illegale dall’isola a costo di enormi tragdie e non poche vittime. L’applicazione di un’illegale e genocida bolcco economico imposto dal governo USA contro Cuba, unita alla propaganda tesa a fomentare la sovversione interna, ha causato numerosi attentati terroristici, sabotaggi ed aggressioni di ogni tipo oltre a quello che viene chiamato “robo de talentos”, ciòè la fuga dal paese dei migliori talenti verso lidi dorati che quasi mai si rivelano tali.
In tutti qesti anni di Rivoluzione, la politica migratoria cubana si è basata sul riconoscimento del diritto dei cittadini a viaggiare, ad emigrare ed a risiedere all’estero e nella volontà di favorire le relazioni tra la Nazione e la propria emigrazione, allo stesso empo si è fondata sul legittimo diritto di difendersi dall’agressività del potente vicino del nord. Le disposizioni per regolamentare il flusso migratorio vennero adottate nel mezzo di circostanze imposte dall’aggressiva politica degli USA verso l’unico paese al mondo al quale si permette che i propri cittadini possano emigrare, soggiornare e lavorare nel territorio degli Stati Uniti senza nessun permesso in virtù della criminale Ley de Ajuste Cubano che favorisce il traffico di persone ed ha provocato numerose vittime innocenti. Fin dall’inizio laRivoluzione cubana è stata oggetto della rapina indiscriminata dei suoi migliori professionisti, più della metà dei migliori medici sul quale si contava all’inizio della Rivoluzione, emigrarono, un enorme numero  dei migliori ingegneri e tecnici di ogni specialità furono indotti all’emigrazione, il proposito era quelo tuttora vigente di impedire lo sviluppo sociale, economico e scientifico del paese. Da qui le misure difensive adottate dal Governo Rivoluzionario per limitare le nefaste conseguenze delle criminali e disumane politiche adottate dal’imperialismo yankee e dai suoi alleati.  Quese politiche che stimolano l’uscita ilegale dal paese e pregiudicano la possibilità di un’emigrazione ordinata e sicura, sono conseguenti alla chiara intenzione di convertire i cubani che intendono emigrare in altri paesi, in supposti oppositori politici collegati ad una fantomatica destabilizzazione interna. Come conseguenza a questa politica irrazionale ed irresponsabile, si sono verificate le crisi migratorie di Camariòca nel 1965, Mariel nel 1980 e la crisi dei balseros del 1994.
Malgrado tutto questo Cuba ha dimostrato la sua completa disponibilità a cooperare per trovare una soluzione ragionevole a questo complicato problema, ha lavorato invcessantemente per normalizzare le relazioni con i propri emigranti e favorire la possibilità di un’emigrazione sicura ed ordinata e per facilitare i viaggi all’estero per questioni personali dei propri cittadini. La stragrande maggioranza dei cittadini cubani residenti in altri paesi mantengono vincoli stretti con la propria Patria e con i propri famigliari, si oppongono al vergognoso blocco economico imperialista ed alle politiche aggressive contro il loro paese d’origine. Il 28 marzo 2012 nel discorso di saluto al Papa Benedetto XVI, il Presidente cubano Raùl Castro ha detto: “Riconosciamo la contribuzione patriottica dell’emigrazione cubana, dall’apporto decisivo alla nostra indipendenza dei lavoratori di Tampa e Cayo Hueso e tutti coloro che furono sostenitori degli aneliti indipendentisti di Josè Martì, fino a coloro che si oppongono oggi a chi attacca Cuba e manipola il tema migratorio con fini politici. Abbiamo realizzzato sforzi prolungati verso la piena normalizzazione delle relazioni di Cuba con la propria immigrazione che sente amore per la Patria e per la proria famiglia e continueremo in questi sforzi per  la comune volontà della nostra Nazione”.
Le nuove misure migratorie prese per decisione sovrana dallo Stato cubano, non sono un fatto isolato ma vanno iscritte dentro il processo irreversibile di normalizzazione  delle relazioni tra l’emigazione e la propria Patria. Le conseguenze di queste misure già si fanno sentire, il Presidente USA Barak Obama, in campagna elettorale per la propria rielezione, ha annunciato un periodo di lberalizzazioni dei visti per i cubani che desiderano visitare gli States senza essere costretti a dichiararsi dissidenti mentre le diplomazie europee si vedono spogliate delle loro ipocrite campagne tendenti ad addossare alla “dittatura cubana” le loro odiose politiche di restrizioni alla concessione di visti ai cubani. Ancora una volta la doppia morale degli ipocriti che dominano il mondo li fa trovare spiazzati di fronte all’audacia del Governo cubano che, pur non nascondendosi i rischi a cui va incontro, intende una volta di più dimostrare al mondo chi sono i veri manipolatori dell’informazione, i veri terroristi e chi sono le vittime. All’opinione pubblica mondiale viene offerta un’altra possibilità di guardare in faccia la realtà e di sfuggire alla facile tentazione di adeguarsi passivamente allo status-quo dettato dalla propaganda borghese. Dall’America Latina e dal Caribe, ed in particolare dall’Isola Ribelle, un’altra contundente risposta alle fallimentari politiche dei paesi dominanti che pretendono di continuare impunemente a manipolare la storia a proprio piacimento, a tutti i veri progressisti del pianeta un’altra opportunità per abbandobare gli stupidi programmi riformisti delle finte sinistre ed abbracciare senza timori la via del socialsmo, unico ed ultimo baluardo contro le feroci prepotenze dell’imperialismo schiavista.