mercoledì 30 gennaio 2013

RICHARD GOMEZ a Guitarra Limpia




Il trovador Ricardo Gòmez Fortes, Richard per fans ed amici, è stato l’invitato di turno per il primo concerto A Guitarra Limpia del 2013 che ha avuto luogo sabato 26 gennaio nel patio delle yarumas del Centro Cultural Pablo de la Torriente Brau.
Nato all’Avana nel 1960, Richard Gòmez vanta dei nobili predecessori, infatti il padre Rolando fu un musicista famoso negli anni 50-60 per aver formato il duo Yañez y Gòmez, autori del brano Oh vida, bolero reso famoso da Benny Morè ed interpretato da numerosi cantanti dell’epoca. Ricardo Gòmez, nonno paterno di Richard, fu un cantante di feeling, “bohemio di bar e cantine” costretto spesso a dare in pegno la sua chitarra a causa delle ristrettezze economiche.
Con simili predecessori il giovane Richard, dotato di una voce calda e grave, non poteva che dedicarsi all’arte del canto e della composizione. Molti degli oltre duecento brani di cui è autore, sono parte del repertorio di altri interpreti, tra gli altri Argelia Fragoso, Niurka Reabeux e Liuba Maria Hevia. Nella sua fervente attività trovadoresca, Richard Gòmez può vantare numerosi traguardi tra i quali il Premio del Festival delle Forze Armate Rivoluzionarie nel 1982, successo che lo inducono ad entrare a far parte del Movimento della Nuova Trova dove ha compartito concerti con Noel Nicola, Gerardo Alfonso, Marta Campos, Carlos Varela, Luis Rios, Donato Poveda, Liuba Maria Hevia ed altri. Nel 1983 partecipò come delegato al Primo Incontro di Giovani ed Artisti, organizzato dalla Casa de Las Americas. Nel 1987 entrò a far parte dell’Associazione Hermanos Saiz partecipando con grande impegno all’attività dell’Associazione. Agli inizi degli anni ’90 diede vita, con Rafel de la Torre, Cesar Gavira ed altri, al Quinteto de La Habana. Con questo gruppo viaggiò in Argentina dove presentarono un repertorio di musica cubana.
Questo concerto A Guitarra Limpia è stata l’occasione per presentare al pubbico avanero la sua ultima creazione, Testimonio, brano che da il titolo al Concerto. Richard Gòmez, che sostiene che la chitarra è la sua migliore amica, ha invitato sul palco la cantante Jessica Manendèz, il chitarrista Yoelxis Amiel, i trovadores Erick Mèndez, Roly Berrio e David Alvarez Hernàndez. Tra il competente pubblico presente, Marta Campos ed Angel Quintero, estimatori ed amici dell’ottimo cantautore cubano che con le sue canzoni ha rallegrato la serata degli aficionados del Centro Pablo, luogo imprescindibile per il movimento trovadoresco, diretto con amore e maestria da Victor Casaus e Maria Santucho.

Testimonio
Scarnare il gesto
andarmene un poco a luce propria
non mi fa dissidente
dell’aroma, la virtù.

Sono stati molti
gli impegni
per aprire di pari in pari
ogni pezzo di essere e la sua parte di mare.

Ogni ciclo implica
che di nuovo, di nuovo
bisogna esistere,
cambio il mio guardaroba,
inauguro lo stesso sorridere.

E non nascondo la distanza
so dove voglio arrivare
e come intuisco la sete
vado con il mio passo; normale.

Ed arrivano i sogni
e se ne vanno le ombre,
quello che ieri inverno
oggi primavera.
Rimangono gli amici,
la chitarra, il verso,
io all’abbraccio limpido,
il resto: al tempo.

lunedì 21 gennaio 2013

Il blocco economico a Cuba e la Guerra Fredda di Obama.

Lo scorso 13 novembre per la ventunesima volta consecutiva l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato a favore della risoluzione cubana che chiede l’immediata sospensione del vergognoso blocco economico, commerciale e finanziario che da ben cinque decenni gli Stati Uniti impongono illegalmente all’Isola caraibica. La risoluzione presentata dal Ministro delle Relazioni Estere di Cuba, Bruno Rodriguez Parrilla, ha avuto l’appoggio dell’intera collettività internazionale in quanto hanno votato a favore 188 paesi mentre la tesi degli Stati Uniti è stata sostenuta solo da Israele, il braccio armato degli USA in Medio Oriente, e da Palau mentre altre due colonie dell’imperialismo, Micronesia ed Isole Marshall, si sono astenuti non trovando il coraggio di ribellarsi ai loro padroni e tantomeno di sostenere apertamente la vergognosa, genocida ed illegale posizione del paese che fin dai primi giorni della sua nascita ha perpretato ogni tipo di violenza per sottomettere l’intero pianeta alla sete di dominio dei potentati economici padroni di quella che ancora si continua a definire una “grande democrazia”. L’intervento del Cancelliere cubano Bruno Rodriguez Parrilla ha suscitato enorme impresssione in tutti i delegati presenti all’Assemblea e nei rappresentanti dei mezzi di informazione internazionali, anche in quelli che l’indomani sono stati costretti a scrivere il contrario od ignorare l’evento per non contravvenire gli interessi dei loro padroni. Ai più attenti non è sfuggito lo smarrimento della delegazione USA che non ha saputo nascondere il proprio disagio di fronte ad un discorso tanto forte, lucido ed incontrovertibile. Bruno Rodriguez Parrilla ha iniziato il suo discorso ponendo le più sentite condoglianze del popolo e del Governo cubano al Governo ed al popolo degli Stati Uniti ed in particolare alla città di New York , alle popolazione direttamente colpite ed in maniera ancora più sentita alle famiglie delle vittime causate dall’uragano Sandy. Condoglianze pure ai paesi caraibici ed al Canadà per essere stati danneggiati dallo stesso evento che ha devastato l’oriente cubano ed a Guatemala e Messico per il recente terremoto che li ha colpiti. Il Cancelliere cubano ha poi citato letteralmente le parole che scrisse il 6 aprile 1960 l’allora Sottosegretario di Stato, Lester D. Mallory che rappresentano la più esatta, concisa e duratura definizione degli obbiettivi reali che si celano dietro le misure prese contro Cuba: “provocare il disinganno e lo scoraggiamento mediante l’insoddisfazione economica e la penuria (….) debilitare la vita economica negando a Cuba prestiti e forniture con il fine di ridurre il salario nominale e reale, provocare fame , disperazione e la caduta del governo”. Questa vergognosa e disumana politica, anacronistica e priva di qualsiasi giustificazione morale, è la stessa che hanno portato avanti tutti gli 11 Governi che si sono succeduti fino ad oggi contro un paese che non è mai stato in guerra e non ha mai realizzato nessun atto ostile contro gli Stati Uniti ed ha sempre combattuto qualsiasi azione terrostica rivolta contro il popolo statunitense. Rodriguez Parrilla ha poi citato le parole pronunciate nel gennaio 2009 da Barak Obama quando assunse la presidenza degli Stati Uniti, che annunciava “un nuovo inizio con Cuba” e disse: “credo che possiamo riportare le relazioni tra Cuba e Stati Uniti verso una nuova direzione e lanciare un nuovo capitolo di avvicinamento che continuerà durante tutto il mio mandato”, parole che unite al “Yes we can” della campagna elettorale facevano sperare in un cambio radicale della politica statunitense verso Cuba. Al contrario questi ultimi quattro anni sono stati caratterizzati per un persistente recrudiscimento del blocco economico, commerciale e finanziario, in particolare nella sua dimensione extraterriroriale che impone misure a tutti i paesi che trattano con Cuba, infischiandosene di tutte le risoluzioni dell’Onu che dettavano di porre fine a questa inaccettabile politica. Mantenerla è pure contrario agli interessi dei cittadini e delle imprese americane, specialmente in tempi di crisi economica ed elevata disoccupazione. Perché limitare i diritti costituzionali, civili e la libertà di viaggiare dei nordamericani proibendogli di visitare l’Isola, se questi possono andare in qualsiasi parte del pianeta, compreso dove il proprio paese ha in atto una guerra? Perché rinunciare ad un mercato di 11 milioni di persone? Perché continuare a spendere centinaia di milioni di dollari, che provengono dalle imposte pagate dai cittadini, nell’inutile ed illegale sovversione contro Cuba? Perché danneggiare le proprie relazioni con altri Stati, inclusi i propri alleati, con imposizioni extraterritoriali che violano il Diritto Internazionale? Perché applicare misure contrarie a quelle che animano le sue crescenti relazioni economiche con Stati di diverso sistema politico? Dopo questi interrogativi che non hanno possibili risposte logiche, il Ministro cubano ha toccato il tema dell’emigrazione cubana colpita duramente da queste misure ed ha sostenuto che i cubani emigrati negli Usa, se si escludono le frange estremiste della destra mafiosa, nella stragrande maggioranza sono favorevoli alla normalizzazione delle relazioni con il proprio paese d’origine. Il Governo di Washington dovrebbe cessare questa politica dalla doppia morale che provoca un sempre maggior discredito internazionale e peggiora sempre più le relazioni con i paesi del Latinoamerica e dei Caraibi. Dovrebbe pure smetterla di mettere Cuba nella lista dei paesi che alimentano il terrorismo con l’unico proposito di giustificare misure che in realtà danneggiano l’efficacia e la credibilità della lotta internazionale contro questo terribile flagello. Non esiste nessun motivo legittimo o morale per mantenere misure anacronistiche ancorate ai tempi della Guerra Fredda, misure che sono solo un’arma di una minoranza sempre più esigua, isolata e violenta che specula elettoralmente e non si vuole rassegnare all’indomabile determinazione dei cubani di decidere il proprio destino. Il Cancelliere cubano ha poi elencato alcuni degli effetti causati da questa poltica insensata che danneggia non solo Cuba ma pure molti paesi rappresentati nell’Assemblea. Spicca in questo elenco la recente multa di 619 milioni di dollari imposta il passato mese di giugno dal Dipartimento di Giustizia alla banca olandese Ing Direct colpevole di aver garantito transazioni economiche tra compagnie straniere e Governo cubano!!!! Durante il periodo del Governo Obama le multe imposte a società di paesi terzi hanno superato abbondantemente i 2 mila milioni di dollari, raddoppiando quelle imposte dal governo Bush. Altro evento scandaloso che dimostra fino a che punto arriva la prepotenza del Governo USA, è stato il fatto di aver impedito nel dicembre 2011 all’ Hotel Hilton di Trinidad y Tobago di ospitare il VI incontro dei paesi del CARICOM perché tra le delegazioni era presente quella cubana. Solo pochi mesi fa due direttori della filiale francese dell’agensia di viaggi CWT vennero licenziati per ever venduto pacchetti turistici con destino Cuba e la filiale è sotto minaccia di dover pagare 38 000 dollari di multa per ogni viaggio venduto. Questi sono solo alcuni esempi di un lunghissimo elenco di vergognose violazioni di qualsiasi norma internazionale con l’unico scopo di danneggiare in tutti i modi l’economia cubana con tutte le conseguenze incalcolabili dei danni arrecati alle famiglie, ai bambini, alle donne ed agli uomini, ai disabili, agli anziani ed agli infermi. Gli ospedali ed il servizio sanitario cubano sono spesso in difficoltà per le carenze di medicinali, macchinari e pezzi di ricambio che non possono essere comprati a causa dell’inumano ed inammisssibile blocco economico imposto dalla nazione piò forte del pianeta ad una piccola isola rea di voler difendere a tutti i costi la propria sovranità ed indipendenza. Il Ministro Cubano ha ricordato che il 6 novembre il presidente Obama raccontò delle cure prestate alla picccola Erin Catherine Potter che soffriva di leucemia, ai bambini cubani che soffrono della stessa malattia la cura non può essere somministrata perché lo stesso Obama vieta la vendita del farmaco a Cuba! Bruno Rodriguez Parrilla ha letto i nomi di 10 bambini cubani che non hanno potuto essere curati di cancro della retina per l’impossibilità del servizio oftalmologico cubano di accedere alla Terapia Termica Transpupillare perché il Governo USA impedisce che l’equipaggiamento medico necessario venga venduto a Cuba dalla Iris Medical Instruments che lo produce! Per i suoi propositi dichiarati e gli effetti diretti conseguenti, il blocco economico contro Cuba va qualificato come un chiaro atto di genocidio, così come previsto dall’articlo 2 della Convenzione di Ginevra, costituisce una violazione flagrante, massiccia e sistematica dei diritti umani di un’intero popolo. Ben diverso l’atteggiamento del governo cubano, dalla stessa tribuna il leader storico della Revoluciòn cubana, Fidel Castro Ruz, disse: ”Vogliamo un mondo senza egemonie, senza armi nucleari, senza interventi esterni, senza razzismo, senza odi nazionali o religiosi, senza oltraggi alla sovranità di tutti i paesi, con rispetto all’indipendenza ed all’autodeterminazione dei popoli, senza modelli universali che non considerano le tradizioni e le culture di tutti i componenti dell’umanità, senza crudeli blocchi economici che ammazzano uomini, donne e bambini, giovani ed anziani, come bombe atomiche silenziose”. I danni economici derivati dalla politica degli USA contro Cuba ammontano a più di un milione di milioni di dollari, qualsiasi persona di buon senso può immaginare che formidabile economia avrebbe potuto sviluppare l’isola caraibica se non gli fosse imposta questa criminale sanzione che viola tutti i Diritti Internazionali e che incide in maniera determinante sullo sviluppo economico e sociale del paese. Il Ministro cubano ha continuato la sua relazione sottolineando che il presidente Obama, appena rieletto, possiede tutte le facoltà per mettere fine a questa politica unilaterale e che il Governo cubano continua con fermezza a chiedere la normalizzazione dei rapporti tra i due paesi mediante un dialogo rispettoso, senza condizioni previe, su basi reciproche di sovranità ed uguaglianza, senza condizione alcuna che limiti l’indipendenza e l’autonomia. Per l’ennesima volta il Cancelliere cubano ha presentato di fronte all’Assemblea dell’ONU, la proposta al Governo degli Stati Uniti di un’agenda per un dialogo bilaterale diretto a normalizzare i rapporti e che include come temi fondamentali, lo scioglimento del blocco economico, finanziario e commerciale, l’esclusione di Cuba dall’arbitraria e illegittima lista di paese terrorista, l’abrogazione della Ley de Ajuste Cubano e la politica dei “piedi asciutti-piedi bagnati”, la compensazione dei danni economici ed umani, la restituzione del tterritorio di Guantanamo occupato illegalmente dalla base navale, la cessazione dell’aggressione radiale e televisiva e la fine del finanziamento per la sovversione interna. Altro elemento essenziale di questa agenda è la liberazione dei Cinque antiterroristi cubani crudelmente ed ingiustamente imprigionati negli USA da oltre quattordici anni. Un atto di giustizia o almeno una soluzione umanitaria porterebbe alla gratitudine del Governo e di tutto il popolo cubano. Si propone pure di riprendere il dialogo, unilateralmente sospeso dalla controparte, sul tema migratorio e del ripristino del servizio postale. In ogni caso, ha concluso Rodriguez Parrilla, il nostro popolo difenderà a qualsiasi prezzo le proprie conquiste, persisterà nei suoi ideali, si recupererà dalle catastrofi naturali come quella che si è recentemente abbattuta su Santiago de Cuba e le altre province orientali e centrali, continuerà con determinazione l’attualizzazione e lo sviluppo del nostro socialismo “con tutti e per il bene di tutti”. In nome del popolo eroico, dei suoi bambini, delle sue donne, dei suoi anziani, il Cancelliere cubano ha chiesto per l’ennesima volta che i rappresentanti dei governi compromessi con in principi della Carta delle Nazioni Unite, approvino il documento cubano “Necessità di mettere fine al blocco economico, finanziario e commerciale imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”. L’impacciata replica del delgato statunitense non è riuscita a scalfire l’indicutibile realtà illustrata dal Ministro cubano, al contrario il suo palese disagio ha messo ancor più in evidenza l’insostenibile posizione del Governo USA che non ha alcuna scusa credibile per continuare questa politica crudele e vergognosa dettata solo da un insano desiderio di vendetta verso chi ha deciso di scegliere la libertà, la sovranità e l’indipendenza ad ogni costo. Le argomentazioni difensive della diplomazia americana hanno dato ancora più spessore alle argomentazioni cubane, al punto che nella sua controreplica Bruno Rodriguez Parrilla ha affondato ancora di più il bisturi ed ha letteralmente ridicolizzato il breve e sconclusionato intervento di Godard, ha sottolineato che il documento letto dal Delegato Usa altro non era che la fotocopia di quello presentato lo scorso anno ed ha poi proseguito elencando tutte le menzogne contenute, ricordando ai presenti qual è la vera storia di Cuba e quali i motivi che spingono i governi USA ad accanirsi con tanto furore contro una piccola isola, rea di non volersi sottomettere ai desideri di dominio imperiale e di essere l’esempio da seguire per tutti i popoli che intendono intraprendere un percorso di libera determinazione e salvaguardia della propria cultura. Il voto seguito al dibattito non ha lasciato dubbi, per l’ennesima volta le diplomazie dell’intero pianeta, anche le più compromesse con le politiche dominanti, non hanno avuto altra scelta che approvare la Risoluzione presentata da Cuba e rifiutare le inaccettabili posizioni del Governo USA. Quello che più intristisce è che molti dei governi che nella votazione all’Assemblea dell’ONU hanno sostenuto la posizione cubana, nella pratica quotidiana altro non fanno che sostenere le politiche aggressive degli Usa assecondando le vergognose campagne anticubane portate avanti dai media imperialisti. Una doppia morale che illustra chiaramente come nei paesi “democratici” la politica abbia completamente perso qualsiasi riferimento etico e morale. Se i popoli sottomessi al dominio delle oligarchie economiche transnazionali non troveranno la capacità di ribellarsi a queste politiche dementi e devastanti, il futuro che li attende non potrà che diventare sempre più tragico e non si potrà pretendere all’infinito che sia Cuba da sola a dover affrontare a caro prezzo i soprusi imposti dalla politica sempre più aggressiva ed arrogante del Governo di Washington che, qualunque sia il colore della casacca che indossa, persiste nel suo intento imperiale sempre più decadente e spregiudicato.