sabato 28 settembre 2013

CERCANDO L’AVANA

CERCANDO L’AVANA A pochi metri della Bodeguita del Medio, il famoso bar-ristorante reso noto da Hemingway, ha sede la Fondazione Carpentier che tra gli altri meriti ha quello di promuovere il ciclo di confereze “Cercando l’Avana”. Martedì 24 settembre il Professor Pablo Rodriguez Ruiz ha condotto l’incontro “Barrios Adentro, dinamiche quotidiane” affrontando il tema della vita quotiana nelle situazioni più critiche della realtà avanera. Dopo una interessante presentazione delle targhe antiche che ancora adornano molti palazzi del Centro Storico dell’Avana, Indira Montes Guevara, dell’Istituto Cubano di Antropologia, ha affrontato il tema “Le Religioni di provenienza africana e la città”. Come tutti sanno la “Santeria” è molto diffusa tra la popolazione cubana di colore, in particolare le strade dell’Habana Vieja sono impregnate di religiosità, cartomanti, muñecas (bambole), yerberos e altri simboli della credenza popolare. Tutto questa da un’impronta caratteristica al Centro Storico della città ed essendo La Habana la più tollerante tra le grandi capitali, questa presenza viene accettata senza particolari problemi. Più problematico per gli adepti a queste religioni arcaiche, risulta la necessià di trovare spazi adatti alle loro cerimonie, in alcuni luoghi come i cimiteri spesso si incontrano tracce di tali pratiche, specialmente cerimonie di iniziazione, ma molte di queste vengono eseguite in periferia, in riva al mare o sui fiumi, coinvolgendo così anche la campagna che circonda la città. Il pannello “Rifornimendi di acqua, soluzioni alternative” è stato condotto da Soledad Sotolongo Sànchez che ha illustrato come il rifornimento di acqua negli edifici più problematici del Centro Storico si svolge in diverse maniere, il primo è nella forma tradizionale dove l’acquedotto alimenta i serbatoi posti sul tetto degli edifici, dove ciò non è possibile per mancanza delle necessarie strutturi idriche, si ricorre alla “pipa” dove l’acqua viene fornita da autocisterne municipali che riempiono i contenitori. Altro sistema è quello di ricorrere agli “Aguateros” che vendono acqua illegalmente. Per le situazioni più difficili si ricorre ai “Ladròn de agua” che altro non sono che venditori di acqua che muniti di pompe di sollevamento prelevano il prezioso liquido dall’acquedotto e lo sollevano con un tubo di gomma fino ai tetti degli edifici dove sono collocati i serbatoi dei vari appartamenti. La lenta ma inesorabile opera di recupero del Centro Storico sta poco a poco risolvendo tutte le difficoltà che ora vengono aggirate dal ben conosciuto “invento” cubano che in una maniera o l’altra risolve qualsisi problematica. Alla fine dell’incontro è stato proiettato l’interessantissimo documentario “Cercando l’Avana, insediamenti illegali” di Alina Rodriguez che ha affrontato il tema degli insediamenti illegali che, anche se non con con la gravità emergenziale che caratterizza le altre capitali del mondo, anche qui sono presenti. Il fenomeno riguarda l’immigrazione verso la capitale di famiglie provenienti dalle altre provincie, soprattutto quelle orientali, queste persone occupano edifici abbandonati o costruiscono abitazioni improvvisate in zone poco accessibili per sfuggire al controllo degli organismi preposti al controllo. Altra caratteristica che qui a Cuba distingue il fenomeno rispetto ad altre ben più critiche realtà, è il fatto che queste persone non vengono definite illegali ma semplicemente “indocumentate”, cioè non in possesso dei necessari documenti per risiedere nelle abitazioni che occupano. Malgrado questo quasi tutti sono in possesso di regolari contratti per la fornitura di acqua ed energia elettrica e, salvo situazioni che possano generare criminalità, le istituzioni non intervengono mai con la forza e si cerca sempre di trovare soluzioni che portino alla legalizzazione degli insediamenti o a mettere a disposizione residenze legali. Dalle interviste ad alcuni di questi cittadini che cercano nella “capitale di tutti i cubani” il loro posto al sole, si apprende come essi siano molto legati alla Revoluciòn ed ai suoi valori e rivendichino il loro diritto a poter vivere e lavorare nel luogo che hanno scelto. Contrariamente a quanto avviene nel resto del mondo dominato dal’uso della forza e dal capitale, gli ideali socialisti, umanitari e tesi a soluzionare pacificamente le questioni, portano sempre al dialogo ed alla tolleranza che permettono di ottenere soluzioni pacifiche anche se spesso a causa della mancanza di risorse richiedono molto tempo e l’attesa può essere estenuante.

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